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16/2/2007: Peter Pan al Teatro Brancaccio (RM)

«Quando torniamo a casa, ti farò ascoltare la versione originale di questa canzone.»

Era più o meno questo il leit – motiv rivolto dai genitori ai propri figli,
durante la pausa tra il primo e il secondo tempo di Peter Pan. Il musical. Segno tangibile che il testimone musical – generazionale ha intrapreso il suo cammino verso i lidi Bennatiani. Lo scrivente, aveva (maliziosamente) pensato fosse in atto una strategia della comunicazione da parte dell’ufficio stampa del teatro Brancaccio. Eh, già perché il teatro in questione era sold out già giorni addietro. Per cui, vista l’impossibilità (causa targhe alterne) di assistere allo show il giorno 15, miracolosamente sono spuntati fuori gli ultimi due biglietti sul lato sinistro della galleria. Visuale ottima, leggermente “impallata” dall’impianto di amplificazione. Panoramica sulla sala stracolma di bambini e adulti di tutte le età. Sul parterre sottostante intravedo Tullio Solenghi, e, meraviglia delle meraviglie, il Prof., Dott., Presid., Illustr., Giovanni, detto Gianni, Minà.
Evidente segno del destino, poiché ero alla spasmodica ricerca del signore in questione. Giusto per informarlo dell’esistenza della band dei Falsi d’Autore e della mia attività compositiva. Rimando chiaro e lampante al fil rouge che lega Minà a Edoardo. Prologo ottimale per assistere allo spettacolo…
Si alza il sipario su una Londra ottocentesca e affollata. Ecco il menestrello che dovrebbe rappresentare Edoardo. Scorrono le note di Ma che sarà. Noto la commistione tra nuove e “vecchie” musiche con il solo di sax di Enzo Avitabile, integrato nei nuovi arrangiamenti. Memorabile il “bobbie” londinese che saluta e se ne va con
il suo sassofono… Al grido di Tutti insieme lo denunciam, va in scena la riunione dei genitori preoccupati per
le sorti dei loro rampolli. Cambio scenografico. Interno della camera dei fratelli Darling. Tra loro, noto Gianluca Grecchi, già piccolo, consumato, protagonista di Raccontami, fiction trasmessa in prima serata da Rai Uno. Ecco papà Agenore che raccomanda a Wendy di non dar retta alle “farfalle nello stomaco”, provocate dalla sua ostinazione nel credere nelle favole. Scorrono Ogni favola è un gioco e Fantasia. Personalmente non trovo azzeccata l’interpretazione vocale di Alice Mistroni. Ottime, invece, le armonizzazioni tra quest’ultima
con Frattini e Di Figlia. Gli «Ohhh…!» di stupefatta meraviglia infantile, salutano l’ingresso volante di Peter Pan – Manuel Frattini . Spavaldo e sicuro di sé, come il protagonista del libro di Barrie, Frattini, cattura l’attenzione degli astanti, divertiti dai suoi primi battibecchi con Wendy e Trilly. Poi, Peter, Wendy, John e Michael volano verso L’isola che non c’è, dove si racconta di quelle che erano Sono solo canzonette (eseguita in playback). Spazio ai cattivi, gente! È una pirateria in salsa glam – rock quella che prende corpo sul palco del Brancaccio. Claudio Castrogiovanni (Agenore), dà vita a un Capitan Uncino che trova radici (vocali e sceniche) nel mondo trasgressivo e colorato di Mister Renato Fiacchini, meglio noto come Renato Zero. ” Zeppe” stile “Kiss”, movenze coreografiche volutamente ambigue… Un modo come un altro, forse, per ridicolizzare taluni atteggiamenti machisti tipici della società contemporanea e tanto cari a una parte della nostra politica.
Il rock di Capitan Uncino, lascia la scena all’eccellente Riccardo Peroni (Spugna). Il tip – tap la fa da padrone. Dopo il liceo che potevo far, è la rilettura più riuscita dell’intera track – list del musical. Le luci si riaccendono. Pausa. Seconda parte. Si ricomincia con In fila per tre, che funge da marcetta per i “bambini perduti”, capitanati da John Darling, (Angelo Di Figlia) fratello di Wendy e Michael. Elogio di Wendy alla figura materna, con Viva la mamma. Lo scampato pericolo del rapimento di Giglio Tigrato, figlia del capo tribù indiano, è il pretesto per la scatenata Non so darti torto ragazzino (anche questa in playback). Coinvolgenti (e faticosi) i movimenti coreografici. Di grande efficacia anche il restyling del brano. È il momento di crescere, caro Peter. Te lo dicono tutti. Soprattutto chi (e c’è sempre) vorrebbe saperne più di te. Quando fai domande, è sempre la stessa solfa… Tutti rispondono: Quando sarai grande. Trilly ha ceduto alla gelosia; i fratelli Darling e i bambini perduti sono ostaggi della ciurmaglia di Uncino. Non è giusto che muoia Trilly. No. La fat” e il motto “Io credo nelle fate”, intonato dal coro infantile presente al Brancaccio, provvedono alla rinascita di Campanellino. Da un musical all’altro. Il riff dell’intro di Che paura fa Capitan Uncino è dannatamente somigliante a un brano del Grease
di John Travolta. È pronto il trampolino. E con esso Wendy. Nel covo dei pirati funge da ennesimo tributo alla figura femminile. Isola di tranquillità pacata, ove si infrange il burrascoso oceano maschile. Il Tempo. Giudice Inflessibile. Spietato. Non si sfugge, cari miei. Prima o poi, tutti quanti dobbiam ballare al ritmo del Rockoccodrillo. Cercando di non farsi divorare dalle sue fauci metronomiche. Gran finale con Frattini che dall’alto del suo volo abbraccia idealmente l’intero teatro Brancaccio. Probabilmente il momento più emozionante,
il giusto coup de théathre. Sono solo canzonette, fa da commento sonoro al tripudio del Brancaccio per l’intera compagnia. Chissà se Stefano Pulga e Mauro Spina avvertiranno l’entusiasmo del pubblico…
Credo di sì. É passata la mezzanotte. Scatta, da parte di Vannucchi, l’”arrembaggio” a Gianni Minà. È paziente e cortese, quando viene avvicinato da Giuliana. Viene informato dei saluti da parte di Giorgio Bennato, della band e i relativi progetti. In questo periodo è preso da mille impegni (Sanremo, l’uscita di due libri). Comunque, potremo consegnare il cd dei Falsi alla sua segretaria. Strano… Strana Roma… Da un po’ di tempo, volevo contattare Minà e il mitico PGC, ovvero Pier Giuseppe Caporale. Due mostri sacri del giornalismo (e non solo) italiano. Due colonne portanti della carriera del mio Maestro. La consacrazione definitiva di Edoardo è avvenuta anche grazie ai loro articoli, interviste, programmi televisivi… Mi piaceva ci fosse una prosecuzione ideale che legasse Edo, Minà, Caporale, Dubois e i Falsi d’Autore. Evidentemente febbraio è il mese nel quale si realizzano i sogni. Nel 2004 l’ufficializzazone da parte di Edoardo e di Giorgio, della band; l’anno scorso l’ingresso
nel forum e l’incontro e l’amicizia con Tony Cercola.

Antonio Dubois

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