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13/6/2009: Edo live @Teatro Parioli (RM)

Non c’è niente da fare… Alla RUI (Residenza Universitaria Italiana) piace il fattore B. B come Bennato. Bennato come Eugenio. Come Edoardo. E –sempre alla RUI- piace il numero 13. 13/12/08 il live di Eugenio, 13/6/09 il live di Edoardo. Mi viene da sorridere al pensiero che Edoardo, bastian contrario come al solito sia stato contattato da questa fondazione. Copio e incollo dal sito della RUI:

«Alla fine degli anni Cinquanta, in Italia, un piccolo gruppo di docenti, genitori e professionisti, interessati alla formazione dei giovani, venne incoraggiato da san Josemaría Escrivá, il fondatore dell’Opus Dei, a dar vita ad un’iniziativa a favore degli studenti universitari, soprattutto di quelli fuori sede e stranieri che, in quegli anni cominciavano ad aumentare sensibilmente di numero. Lo stesso san Josemaría aveva cominciato il suo lavoro pastorale – nella Spagna degli anni Trenta e Quaranta – promuovendo, tra l’altro, delle residenze per studenti.
E così, stimolati da quell’incoraggiamento e da quell’esempio, il gruppo dei promotori decise di dar vita a un ente di natura civile, la Fondazione Rui, destinato a promuovere e gestire Collegi universitari: era maturato in loro anche il desiderio di dare nuova vita ad una antica istituzione – quella dei Collegi per studenti – che tanto aveva contribuito in passato al prestigio e all’universalità del mondo accademico italiano. I promotori della Fondazione Rui, sempre ispirandosi all’insegnamento del Fondatore dell’Opus Dei, vollero che quei nuovi Collegi universitari fossero caratterizzati, per un verso, dal clima amichevole e familiare, e per l’altro, da una ricca offerta formativa in grado di integrare la preparazione disciplinare e specialistica lungo le più diverse linee di crescita umana, relazionale, culturale e professionale. Inoltre, se a tutti gli ospiti dei Collegi si chiede un serio e costante impegno nello studio, a coloro che liberamente lo desideravano vengono offerte anche delle opportunità di formazione cristiana imperniate sul tema cardine dello spirito dell’Opus Dei: la santificazione in mezzo al mondo, mediante il lavoro professionale ben fatto. Anche oggi i promotori della Fondazione Rui continuano a chiedere alla Prelatura dell’Opus Dei un aiuto per mantenersi coerenti con quella iniziale scelta formativa. Tale aiuto da parte della Prelatura si attua praticamente nella messa a disposizione di cappellani per ciascun Collegio e nel garantire moralmente l’orientamento cristiano dell’attività.»

Sorrido di cuore pensando ai passati avvenimenti –per alcuni- pietra/pietre dello scandalo: la partecipazione
al concerto per Giovanni Paolo II con È notte; l’anno scorso al live per l’Italia dei valori, seguì il live per Atreju (AN). Insomma, si parte come simbolo della sinistra anticlericalista per eccellenza e si arriva a diventare cattocomunista fulminato sulla via di Damasco e anche un po’ radicale… Marò!!! Coraggio Edoà!!! Meglio esser rinnegato piuttosto che defraudato, stralunato, rintronato, maltrattato, o peggio –storia attuale del nostro parlamento- diffidato, querelato, carcerato. La location dell’evento è il teatro Parioli di Roma, sede istituzionale del Maurizio Costanzo show. Riesco a godermi il check del Nostro. Una porzione di Rinnegato e ‘Roma
con Perrone, Lopez e Quartetto Flegreo in abiti “borghesi”. Alle 19 si aprono le porte e anche il sold-out di platea e galleria. C’è tempo per salutare Mauro Mantuano -Maurè posta qualche scatto d’autore!!!- e un tris di “nuovi acquisti FalsoBennatiani”. La serata viene magistralmente introdotta e condotta da Pino Insegno -comicoattore come ama definirsi- irresistibile e sensibile allo stesso tempo. Infatti mentre intervista presidente, residenti
ed ex residenti della RUI, racconta della sua esperienza in corsia impegnato a “formare” i medici degli ospedali sulla scia del metodo Patch Adams. 45’ di barzellette, doppi sensi, racconti di vita all’interno del campus, complicità fra gli addetti della RUI e l’artista romano: un vero e proprio plebiscito di applausi. Giusta cornice perché venga ceduto il proscenio all’Eccellentissimo Guitto: si abbassano le luci e il Quartetto irrompe con una suite di rossiniana memoria. Dal lato del palco prende posto Edoardo. Introduzione parlata per Dotti, medici e sapienti. Pubblico attento che attende la fine del brano per far partire un applauso liberatorio così da far cadere un’immaginaria barriera fra la platea -alquanto seriosa e incravattata- e l’artista. Il ghiaccio è rotto.
Ecco la scaletta che si dipanerà durante l’evento:
Con il Quartetto Flegreo: 1 Dotti, medici e sapienti – 2 Quando sarai grande – 3 In fila per tre 
Con il Quartetto + Perrone e Lopez: 4 Mangiafuoco – 5 Fantasia – 6 Sbandato
7 Non è amore – 8 Meglio Topolino – 9 Le ragazze fanno grandi sogni
One man band: 10 Abbi dubbi – 11 Il gatto e la volpe – 12 Sono solo canzonette
13 Arrivano i buoni
Con Perrone e Lopez: Medley: 14 Il paese dei balocchi/ Notte di mezza estate
Con il Quartetto + Perrone e Lopez: 15 L’isola che non c’è – 16 C’era un re
17 Rinnegato – 18 Lo zio fantastico 19 Il rock di Capitan Uncino
più i bis: 20 Un giorno credi – 21 Roma – 22 Cantautore
Considerazioni? Tante. Cominciamo da quella negativa: assenza di informazione riguardo a questo evento.
Al solito, non si sa di chi sia la responsabilità e mi domando a chi giova questo silenzio. Parliamo di cose belle. Anzitutto dell’audio eccellente curato da Davide; il giusto settaggio per questo genere di situazione. Durante
il live Edoardo introduce quasi tutti i brani approfittandone per scagliare una frecciata verso chi si lamenta del suo ‘favellare’ «Vengo spesso rimproverato perché parlo troppo durante i concerti. Penso che questa sera voi siate una platea attenta per sviscerare certi discorsi…» È divertito. Si sente. E si vede. Unico gesto dettato dal nervosismo, quando durante l’esecuzione di un brano l’armonica fa i capricci… La sfila e la scaglia nel fondo palco chiedendone una in sostituzione a Massimo Tassi. Mi ricordo che successe lo stesso episodio in un live all’Arena Flegrea, 2005, con Quartetto Flegreo e band al gran completo. Una vita fa… Edo accenna anche
al nuovo tamburello che sta alle sue spalle «Questo “rumour” che sentite proviene da questo pedale. La tecnologia avanza ed entra nella nostra vita… l’importante è non farsi sopraffare…» Pubblico che cambia improvvisamente umore sul ritmo tribale di Mangiafuoco. Uno spettacolo davvero vedere signori e signore con mise elegantissime prodursi in battimani da stadio… Durante il suo one man band racconta del –poco fortunato- esordio con Non farti cadere le braccia. Mentre snocciola i titoli contenuti in quel lavoro parte un applauso fragoroso. E poi racconta di come «La sinistra che aveva l’egemonia sulla cultura mi battezzò portavoce dell’insoddisfazione giovanile in un live a Civitanova Marche. Questo, nonostante io scrivessi canzoni che mi ponevano al di sopra delle parti…» Appunti stranoti ai bennatiani doc, ma sconosciuti a chi Edoardo l’ha visto poche volte. Come la signora al mio fianco che mi chiede se eseguirà Un giorno credi. Notevoli gli arrangiamenti dei cosiddetti ‘legni’ (gli archi) scritti per la maggior parte dal Maestro Lopez. In questa “strana” formazione la mancanza del basso non è stata così determinante visto che il buon Raf ha provveduto a doppiare la cassa di Bob Perrone con i bassi della sua tastiera. Bello ascoltare Rinnegato, C’era un re con queste sonorità. Meglio Topolino “tira” che è una bellezza sia in questa versione che in quella elettrica. Peccato che Edoardo l’abbia relegata in panchina durante gli ultimi tour. Sontuosa l’esecuzione di Roma, provata e riprovata durante il check. Finale esplosivo su Uncino, quando il Quartetto danza intorno al suo Capitano e ripropone –prima della chiusura di armonica- i riff di Satisfaction e Smoke on the water. Fine delle trasmissioni? Manco per sogno! Io e i pochi altri in tenuta “concert live” non abbiamo neanche il tempo di invocare Edoardo per il rituale del bis. Infatti l’applauso che conclude Uncino non smette e si prolunga come un’onda emotiva capace di superare classi sociali, ceti, età anagrafiche, abbigliamenti, laici e cattolici… Il Nostro fuoriesce dal backstage come uno scolaretto emozionato con un sorriso largo largo e senza lenti scure. Si stringe nelle spalle, infila le mani nelle tasche dei jeans e sussurra: «Spero vi siate divertiti…» La risposta non tarda ad arrivare. Il trittico dei bis emoziona e diverte il Parioli quando su Cantautore Edo e i ragazzi del quartetto arretrano e avanzano giocando sull’eco prodotto dal «No!».
Stavolta è finita per davvero, Edoardo saluta e ringrazia i «ragazzi e le ragazze» presenti e si accomiata dal salotto buono di Nostra Signora Mediaset del tubo catodico. Faccio in tempo a salutare i Musicanti Partenopei
e a cogliere una good news riguardante il prossimo bassista della band: Patrix Duenas.

Antonio Dubois

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