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5/9/2007: Every day and every night

C’è poco da fare… In questi giorni di caccia all’untore, di polemiche fra destra, sinistra, sinistra radicale, torna più che mai prepotente il brano Every day and every night. “Di sconvolgente attualità” direbbero i più bravi.
E vedere le immagini del live di Guspini, Sardegna, 2001, mirabilmente riprese da Messer Scano, fa ancora più sensazione. L’uomo occidentale era di là da venire eppure l’Eccellentissimo Guitto spargeva i semi per quella che sarebbe stata l’impalcatura del nuovo eccitante viaggio nella Fantasia. Latitudine, longitudine. Insofferenza nei confronti dei nuovi disperati dell’est europeo. Ma anche consapevolezza su chi siamo. E su chi eravamo.
E dura reprimenda nei confronti di chi (lui compreso) dimentica che in realtà gli italiani sono stati per molto tempo emigranti per scelta e per necessità. Tutto questo era il prologo a Sembra ieri, brano sottostimato da coloro che amano Bennato. Mi chiedo e vi chiedo: trovate giusto e necessario queste giro di vite nei confronti di lavavetri, venditori ambulanti, e di quanti con sforzi sovrumani cercano di guadagnarsi il decente per sopravvivere?
È un criminale chi cerca di lavarvi il vetro in 50 secondi o chi dall’interno di una Cayenne con gatto persiano bianco a mò di scialle e furetto sul sedile posteriore, aizza il Dogue de Bordeaux e aziona le spazzole tergicristallo per dare una bella pacca sulle mani dell’ignaro lavoratore? O ancora chi “spuntando” e accelerando con la prima marcia dissuade uno di questi disperati? Chiaramente non sono solidale con chi minaccia donne
e anziani. E il termine “tolleranza” non mi piace. Ricordo un episodio. Fermo al semaforo del viale che dal Circo Massimo arriva su viale Aventino, risposi alla questua di un anziano nomade offrendo il mio (magro ) snack: un’arancia. Per tutta risposta, sdegnato e offeso, l’anziano prese l’arancia e la spiaccicò sull’asfalto. Potete immaginare come rimasi. Dovrei avercela contro tutti i nomadi? Rispondetemi voi. Perché la parte politica nella quale mi riconosco, invece di proporre soluzioni alternative (una potrebbe essere quella di regolarizzare lavavetri e posteggiatori con tanto di tesserino rilasciato dal comune per alcune aree) ha cominciato una caccia all’immigrato che puzza tanto di caccia ai voti di perbenisti e moderati. A un maccartismo di statunitense memoria. Solo che qui non si tratta di attori e registi, di intellettuali in odore di comunismo. No.
Solo di ordinary people. Gente comune…

Antonio Dubois

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