fdab . la cover band ufficiale di edoardo bennato » Blog

FDABlog

9/11/2009: Franz è il mio nome

Preveggenza? No. Emulo di Nostradamus in salsa napoletana? Neanche.
Piuttosto, credo che un artista sia in qualche modo “toccato” da un’entità superiore sconosciuta ai più. Come un diapason in sempiterna vibrazione. Ed ecco quindi la (s)folgorante visione della caduta del Muro di Berlino tredici anni prima che ciò accadesse, contenuta nell’album ‘La torre di Babele. Senza troppi fronzoli lessicali, la trama verbosonora è affidata alla favola. O meglio, a uno spicchio di quella Favola che diventerà portentosa –in termini di vendite e di successo- un anno dopo: Burattino senza fili. Il famoso tiro perfetto…

Infatti, Edoardo dà un nome al barrocciaio, al conduttore del carro trainato dagli asini che porta i ragazzi
nel paese dei balocchi. Il suo nome è Franz, nazionalità tedesca e trasporta –clandestinamente e a peso d’oro-
i berlinesi dell’est. Parenti poveri della parte opulenta della stessa città: Berlino.

Novello cicerone, Franz attira nella sua trappola affabulatoria i concittadini reietti bramosi di lusso, tecnologia, ma anche disperati perché le loro famiglie si sono sfaldate. Così Vicini e così Lontani, divisi da un muro simbolo della spartizione mondiale da parte dei potenti. Si parte per un viaggio che cambierà –letteralmente- l’esistenza di ognuno…

Franz è il mio nome e vendo la libertà a chi vuol passare dall’altra parte della città
compra il biglietto e non ti pentirai per quello che ti dò non costa assai
Domani è il giorno, domani si partirà con una carrozza per l’altra parte della città
e come pinocchio non crederai ai tuoi occhi quando vedrai il paese dei balocchi

Eccola la città! Eccola!!! Nessun racconto poteva eguagliare la visione di luci multicolori, di musiche e balli,
di tanta agognata trasgressione. Da acquistare a qualsiasi prezzo. Certo, bisogna pronunciare una parola proibita chiamata: ‘capitalismo’, concorrere per superare gli altri e possibilmente vincere. Architrave di un’unica, ubriacante parola: LIBERTÀ…

West Berlino splendente ti apparirà e nella notte la luce ti abbaglierà
e nelle vetrine aperte ai desideri i sogni tuoi proibiti fino a ieri
Senti che suoni, c’è musica dall’altra parte e nelle strade la gente che si diverte
è sempre festa, l’altra città ti aspetta non perder tempo, compra il biglietto in fretta

In occidente si ama, si tradisce, si odia, si uccide, si rinnega la propria fede. Ci si sente vittime e giustizieri allo stesso tempo. Giocatori di una roulette profumatapuzzolente di danaro. Unico dio. Unica fede. Cartellino rosso per chi non può più giocare, ovvero non può più spendere. Anche qui premonizione del crollo economico mondiale che ancora sovrasta minaccioso l’occidente. Ma d’altronde si è consapevoli del proprio ruolo in questo gioco e da un giorno all’altro ci si ritrova manichini in un negozio passato di mano. Non più acquirenti, ma merce passata di mano in mano. Senza più vita, senza più anima…

Lì tutto è permesso, lì tutto si può comprare e ti conviene spendere senza pensare
e se non avrai più i soldi una mattina ti troverai dall’altra parte della vetrina
È come un gioco, e ognuno ha la sua parte e quando alla fine avrai giocato tutte le tue carte
non ci pensare no, non aver paura che nella vetrina farai la tua figura

Antonio Dubois

____________________________________________________________

I commenti da FB

Antonio Uccello: E vendo la libertà a chi vuol passare dall’ altra parte della città!
Questa sì che è una delle più belle canzoni di Edoardo.

Francesco Gamna: Antonio… perfetta spiegazione del pezzo!!! Profetico al 100%

____________________________________________________________

Dal Forum del www.edofans.org.

Gasteropode: Grazie Dub, per averci ricordato (purtroppo ogni tanto sembra essercene bisogno…) chi e’ Edoardo Bennato. Un artista assoluto, un poeta insuperato. Nella sua carriera ha toccato vertici di analisi sociale e filosofica che NESSUNO dei suoi colleghi musicisti-cantautori ha mai nemmeno lontanamente avvicinato. Questo e’ l’Edoardo Bennato che ha il diritto di restare da caposcuola assoluto nella storia della musica leggera italiana. Questo e’ l’Edoardo Bennato che il “pubblico ammaestrato” (ne cito un altro che non e’ mica male)
ha dimenticato.

GHIROS74: Grazie Dubois anche da parte mia aver ricordato l’Edoardo dimenticato per il “quieto vivere” quello che mi fa pensare è che i media hanno completamente dimenticato il contributo di Edoardo alla causa della musica in Italia dovrebbero fare uno speciale dedicato ad edo e capire cosa ci sta dietro a In prigione in prigione a Eccoli i prestigiatori ad Assuefazione ma anche alle recenti Rosa da segnare o Non c’è tempo per pensare. Non credo alla veggenza di Bennato ma credo che sia una persona che ragiona senza preconcetti
o bandiere (e questo lo ha pagato con l’esilio musicale durato sette anni per un disco nuovo) ho letto recentemente di Battiato che ha detto di non essere d’accordo con la filosofia di Edoardo di Sono solo canzonette. Non posso pensare che non abbia colto la vera ironia!

Agenore: Grande Dubois! Una delle mie canzoni preferite!

fra: La preveggenza non è un dono da astrologo nè si esercita leggendo i fondi del caffè o il volo degli uccelli. È la capacità di leggere la realtà e di intuirne le istanze, i pensieri delle persone e i cambiamenti latenti.
Edo non è mai stato un servo di partito perché non s’è mai accontentato di scrivere l’articolino di cronaca né
di fare il trattato di sociologia…lui cercava di capirla la realtà e, infatti, tante volte è andato a disegnare scenari
che anni dopo si sono verificati!

Top

13/6/2009: Edo live @Teatro Parioli (RM)

Non c’è niente da fare… Alla RUI (Residenza Universitaria Italiana) piace il fattore B. B come Bennato. Bennato come Eugenio. Come Edoardo. E –sempre alla RUI- piace il numero 13. 13/12/08 il live di Eugenio, 13/6/09 il live di Edoardo. Mi viene da sorridere al pensiero che Edoardo, bastian contrario come al solito sia stato contattato da questa fondazione. Copio e incollo dal sito della RUI:

«Alla fine degli anni Cinquanta, in Italia, un piccolo gruppo di docenti, genitori e professionisti, interessati alla formazione dei giovani, venne incoraggiato da san Josemaría Escrivá, il fondatore dell’Opus Dei, a dar vita ad un’iniziativa a favore degli studenti universitari, soprattutto di quelli fuori sede e stranieri che, in quegli anni cominciavano ad aumentare sensibilmente di numero. Lo stesso san Josemaría aveva cominciato il suo lavoro pastorale – nella Spagna degli anni Trenta e Quaranta – promuovendo, tra l’altro, delle residenze per studenti.
E così, stimolati da quell’incoraggiamento e da quell’esempio, il gruppo dei promotori decise di dar vita a un ente di natura civile, la Fondazione Rui, destinato a promuovere e gestire Collegi universitari: era maturato in loro anche il desiderio di dare nuova vita ad una antica istituzione – quella dei Collegi per studenti – che tanto aveva contribuito in passato al prestigio e all’universalità del mondo accademico italiano. I promotori della Fondazione Rui, sempre ispirandosi all’insegnamento del Fondatore dell’Opus Dei, vollero che quei nuovi Collegi universitari fossero caratterizzati, per un verso, dal clima amichevole e familiare, e per l’altro, da una ricca offerta formativa in grado di integrare la preparazione disciplinare e specialistica lungo le più diverse linee di crescita umana, relazionale, culturale e professionale. Inoltre, se a tutti gli ospiti dei Collegi si chiede un serio e costante impegno nello studio, a coloro che liberamente lo desideravano vengono offerte anche delle opportunità di formazione cristiana imperniate sul tema cardine dello spirito dell’Opus Dei: la santificazione in mezzo al mondo, mediante il lavoro professionale ben fatto. Anche oggi i promotori della Fondazione Rui continuano a chiedere alla Prelatura dell’Opus Dei un aiuto per mantenersi coerenti con quella iniziale scelta formativa. Tale aiuto da parte della Prelatura si attua praticamente nella messa a disposizione di cappellani per ciascun Collegio e nel garantire moralmente l’orientamento cristiano dell’attività.»

Sorrido di cuore pensando ai passati avvenimenti –per alcuni- pietra/pietre dello scandalo: la partecipazione
al concerto per Giovanni Paolo II con È notte; l’anno scorso al live per l’Italia dei valori, seguì il live per Atreju (AN). Insomma, si parte come simbolo della sinistra anticlericalista per eccellenza e si arriva a diventare cattocomunista fulminato sulla via di Damasco e anche un po’ radicale… Marò!!! Coraggio Edoà!!! Meglio esser rinnegato piuttosto che defraudato, stralunato, rintronato, maltrattato, o peggio –storia attuale del nostro parlamento- diffidato, querelato, carcerato. La location dell’evento è il teatro Parioli di Roma, sede istituzionale del Maurizio Costanzo show. Riesco a godermi il check del Nostro. Una porzione di Rinnegato e ‘Roma
con Perrone, Lopez e Quartetto Flegreo in abiti “borghesi”. Alle 19 si aprono le porte e anche il sold-out di platea e galleria. C’è tempo per salutare Mauro Mantuano -Maurè posta qualche scatto d’autore!!!- e un tris di “nuovi acquisti FalsoBennatiani”. La serata viene magistralmente introdotta e condotta da Pino Insegno -comicoattore come ama definirsi- irresistibile e sensibile allo stesso tempo. Infatti mentre intervista presidente, residenti
ed ex residenti della RUI, racconta della sua esperienza in corsia impegnato a “formare” i medici degli ospedali sulla scia del metodo Patch Adams. 45’ di barzellette, doppi sensi, racconti di vita all’interno del campus, complicità fra gli addetti della RUI e l’artista romano: un vero e proprio plebiscito di applausi. Giusta cornice perché venga ceduto il proscenio all’Eccellentissimo Guitto: si abbassano le luci e il Quartetto irrompe con una suite di rossiniana memoria. Dal lato del palco prende posto Edoardo. Introduzione parlata per Dotti, medici e sapienti. Pubblico attento che attende la fine del brano per far partire un applauso liberatorio così da far cadere un’immaginaria barriera fra la platea -alquanto seriosa e incravattata- e l’artista. Il ghiaccio è rotto.
Ecco la scaletta che si dipanerà durante l’evento:
Con il Quartetto Flegreo: 1 Dotti, medici e sapienti – 2 Quando sarai grande – 3 In fila per tre 
Con il Quartetto + Perrone e Lopez: 4 Mangiafuoco – 5 Fantasia – 6 Sbandato
7 Non è amore – 8 Meglio Topolino – 9 Le ragazze fanno grandi sogni
One man band: 10 Abbi dubbi – 11 Il gatto e la volpe – 12 Sono solo canzonette
13 Arrivano i buoni
Con Perrone e Lopez: Medley: 14 Il paese dei balocchi/ Notte di mezza estate
Con il Quartetto + Perrone e Lopez: 15 L’isola che non c’è – 16 C’era un re
17 Rinnegato – 18 Lo zio fantastico 19 Il rock di Capitan Uncino
più i bis: 20 Un giorno credi – 21 Roma – 22 Cantautore
Considerazioni? Tante. Cominciamo da quella negativa: assenza di informazione riguardo a questo evento.
Al solito, non si sa di chi sia la responsabilità e mi domando a chi giova questo silenzio. Parliamo di cose belle. Anzitutto dell’audio eccellente curato da Davide; il giusto settaggio per questo genere di situazione. Durante
il live Edoardo introduce quasi tutti i brani approfittandone per scagliare una frecciata verso chi si lamenta del suo ‘favellare’ «Vengo spesso rimproverato perché parlo troppo durante i concerti. Penso che questa sera voi siate una platea attenta per sviscerare certi discorsi…» È divertito. Si sente. E si vede. Unico gesto dettato dal nervosismo, quando durante l’esecuzione di un brano l’armonica fa i capricci… La sfila e la scaglia nel fondo palco chiedendone una in sostituzione a Massimo Tassi. Mi ricordo che successe lo stesso episodio in un live all’Arena Flegrea, 2005, con Quartetto Flegreo e band al gran completo. Una vita fa… Edo accenna anche
al nuovo tamburello che sta alle sue spalle «Questo “rumour” che sentite proviene da questo pedale. La tecnologia avanza ed entra nella nostra vita… l’importante è non farsi sopraffare…» Pubblico che cambia improvvisamente umore sul ritmo tribale di Mangiafuoco. Uno spettacolo davvero vedere signori e signore con mise elegantissime prodursi in battimani da stadio… Durante il suo one man band racconta del –poco fortunato- esordio con Non farti cadere le braccia. Mentre snocciola i titoli contenuti in quel lavoro parte un applauso fragoroso. E poi racconta di come «La sinistra che aveva l’egemonia sulla cultura mi battezzò portavoce dell’insoddisfazione giovanile in un live a Civitanova Marche. Questo, nonostante io scrivessi canzoni che mi ponevano al di sopra delle parti…» Appunti stranoti ai bennatiani doc, ma sconosciuti a chi Edoardo l’ha visto poche volte. Come la signora al mio fianco che mi chiede se eseguirà Un giorno credi. Notevoli gli arrangiamenti dei cosiddetti ‘legni’ (gli archi) scritti per la maggior parte dal Maestro Lopez. In questa “strana” formazione la mancanza del basso non è stata così determinante visto che il buon Raf ha provveduto a doppiare la cassa di Bob Perrone con i bassi della sua tastiera. Bello ascoltare Rinnegato, C’era un re con queste sonorità. Meglio Topolino “tira” che è una bellezza sia in questa versione che in quella elettrica. Peccato che Edoardo l’abbia relegata in panchina durante gli ultimi tour. Sontuosa l’esecuzione di Roma, provata e riprovata durante il check. Finale esplosivo su Uncino, quando il Quartetto danza intorno al suo Capitano e ripropone –prima della chiusura di armonica- i riff di Satisfaction e Smoke on the water. Fine delle trasmissioni? Manco per sogno! Io e i pochi altri in tenuta “concert live” non abbiamo neanche il tempo di invocare Edoardo per il rituale del bis. Infatti l’applauso che conclude Uncino non smette e si prolunga come un’onda emotiva capace di superare classi sociali, ceti, età anagrafiche, abbigliamenti, laici e cattolici… Il Nostro fuoriesce dal backstage come uno scolaretto emozionato con un sorriso largo largo e senza lenti scure. Si stringe nelle spalle, infila le mani nelle tasche dei jeans e sussurra: «Spero vi siate divertiti…» La risposta non tarda ad arrivare. Il trittico dei bis emoziona e diverte il Parioli quando su Cantautore Edo e i ragazzi del quartetto arretrano e avanzano giocando sull’eco prodotto dal «No!».
Stavolta è finita per davvero, Edoardo saluta e ringrazia i «ragazzi e le ragazze» presenti e si accomiata dal salotto buono di Nostra Signora Mediaset del tubo catodico. Faccio in tempo a salutare i Musicanti Partenopei
e a cogliere una good news riguardante il prossimo bassista della band: Patrix Duenas.

Antonio Dubois

Top

21/11/2008: Fandango

Fandango – Edoardo Bennato

Oramai che i baci tuoi più non mi sazian
cercherò un’altra donna, dentro i sogni di Tarzan

Si lo so, che tu di me hai scarsa considerazione
però prima di darti il tempo di fare la prima mossa
mi trovo un posto di ala destra dentro una squadra di pallone

Quando tu e tutti quegli altri scienziati amici tuoi
organizzate un congresso sul tema dell’umana sopravvivenza
parlate, parlate, ma tutto quello che riuscite a fare
è di sfiorare l’indecenza

Mi hanno riferito che ti stai cucendo un’altra bandiera
perchè quella che tenevi era passata di moda
era tutta verde con una palla nera

E intanto tu diventi ogni giorno più cretina
e adesso ti sei messo in testa che devi partire
e prendere lezioni di tango in Argentina

Mastica piano. E rumore di meningi sconclusionate. E di logorrea scassona.
1976, La torre di Babele, lato b. Ultima canzone. Invettiva pungente contro il gentil sesso.
Oppure linguaggio cifrato, aggiramento della censura da parte dell’Eccellentissimo Guitto?
Occorre ascoltare e ascoltare. E capire.
Cuffie stereofoniche. Balance per separare i canali destro e sinistro.
Salve o Delirio…

Minuto 2 e 9 secondi:«Buenas noches señoras y caballeros…»
America Latina. Boati di artiglieria…

Minuto 2 e 17 secondi, canale destro. Tacchi di soldati in marcia con una voce che impartisce gli ordini. Lugubre. Fino al minuto 2 e 39 secondi.

Minuto 2 e 43 secondi, canale sinistro. Edoardo che urla «Non potete non prenderlo in faccia così!»

Minuto 2 e 57 secondi, canale destro. Una radio ( quella di un taxi?) trasmette «I tamburini 2, i tamburini 2…»

Minuto 3 e 8 secondi, canale sinistro. Edoardo con megafono «Portatemeli via! Portatemeli via…»

Minuto 3 e 12 secondi, canale sinistro. Edoardo «È per colpa del nemico…’Gioia, gioia dell’amor…»

Minuto 3 e 16 secondi, canale destro. Una voce (Ugo Tognazzi?) «…Giù è anche caldo, ho telefonato io.
Questo qui lo porteremmo. Cioè… a se.. perché no stia male! Che senso avre… Cioè un po’ di raffreddore credo
che possa venire tranquillamente… Anche perché se facesse freddo andiamo poi a Rapallo… Capito?
Se dovessimo vedere il vento freddo…»

Minuto 3 e 22 secondi, canale sinistro. Edoardo «Potere, potere, dovrà pagare!»
Estenuante. Traballante. Straziante. Ripetuto più volte fino alla ripresa del refrain di Cantautore…

Antonio Dubois

Top

14/9/2008: Sentenza su Edoardo Bennato

SENTENZA

Addi 14 Settembre 2008, post-factum (post-concertum pro juventute dexterorum – scusate se ci arrabattiamo a parlare latino)
Sentenza preventiva gia’ depositata ante-factum presso la cancelleria del Forum del bennato.net

Il Tribunale Unico del Popolo degli Ex-Fans, vieppiu’ offeso e amareggiato per l’escalation di comportamenti non consoni, anzi decisamente esecrabili, tenuti dall’imputato lungo tutto il 2008 (ma a ben pensarci, da mo’ prima).

CONDANNA

Bennato Edoardo, nato a Bagnoli (NA) il 23 Luglio di una sessantina di anni fa, ed ivi residente in posizione panoramica con vista Nisida, in borghese abitazione di proprieta’ acquistata con i proventi dell’attivita’ affabulatoria con cui ha proditoriamente turlupinato generazioni di giovani menti, inducendole a ritenerlo artista certamente schierato, e schierato dalla parte giusta (ovvero la loro), menzogna sostenuta sempre piu’ a fatica
e che, come tutti i nodi – e particolarmente i piu’ incresciosi, tipici di chi tiene la capa riccia – e’ venuta al pettine in tutta la sua miseria e gravita’ la sera del 13 Settembre 2008, quando l’imputato ha corrisposto all’invito di una nefasta formazione giovanile postfascista, esibendosi su un palco gia’ infetto per il passaggio di figure mentecatte e delinquenziali quali l’attuale Presidente del Consiglio, svariati suoi Ministri, il Presidente della Camera, pseudointellettuali venduti, paragiornalisti, assistenti e varie altre figure secondarie (tutte senza chitarra). Questo imperdonabile e disgustoso gesto conferma, col senno di poi, ciò che i nobili predecessori
di codesto Tribunale, i Pasdaran protettori della coerenza e dell’unica cultura, intravidero con somma lungimiranza agli albori della carriera dell’imputato, e icasticamente condannarono con l’indimenticabile formula «Bennato-Bennato-il-sistema-ti-ha-comprato». Avvisaglie della deriva dell’imputato si erano peraltro gia’ avute
con il famosissimo pezzo Sono Solo canzonette, dove l’orecchio attento decifra la chiara resa ai reazionari nella definizione di semplice “divertissement”, canzonette appunto (e scusate il francesismo, ma e’ sempre meglio
del tedesco), di quanto sino ad allora cantato e affermato, e fatto proprio in buona fede dal proletariato in massa.
La parabola è quindi proseguita con produzioni sempre più lontane dal sentire del popolo, e sempre più voce
del riflusso privato-borghese-capitalistico dell’imputato: lavori quali È arrivato un Bastimento, Kaiwanna, OK Italia, Abbi Dubbi, Il Paese dei Balocchi, Se son rose fioriranno, Sbandato, Le ragazze fanno grandi sogni offrono uno squallido campionario delle vere visioni dell’autore, tra cui i suoi modelli tradizional-retrogradi di donna-femmina, le confessate infatuazioni per il musical del Grande Satana d’Oltre Oceano, e dannose banalità disimpegnate come il twist e i Sogni.

L’ammontare di tutto cio’, considerati gli annessi e i connessi, e dopo aver detratto l’IVA, l’ILOR, le tasse
di riscossione, di contrizione, di ebollizione, comporta esattamente:
- il disprezzo eterno di questo Tribunale
- la destinazione al rifiuto secco non riciclabile di tutte le opere dell’imputato successive al 1974, opere che sono d’ora innanzi considerate pericolose per la retta formazione delle coscienze, e quindi assolutamente vietate nella circolazione e nella riproduzione in qualsivoglia forma.

‘N coppa a tutto ciò, codesto Tribunale stabilisce il divieto ad ogni esibizione dal vivo del Bennato Edoardo,
se non in quelle preventivamente approvate dal Tribunale stesso, il quale stabilirà di volta in volta,
ed insindacabilmente per il bene del popolo, le scalette da eseguirsi, in quale contesto, e sotto quale Amministrazione politica.

L’ammenda pecuniaria per quanto perpetrato dall’imputato è di un milione di monete per ogni disco venduto nell’arco della sua carriera, e la cessione gratuita dei diritti SIAE ed ogni altro emolumento derivantegli dalla vendita della propria spazzatura al mondo.

Non sono previsti ricorsi a questa sentenza, propugnata in nome del popolo sovrano sulla base di eclatanti prove, tra cui i referti di Pronto Soccorso di forumisti colti da attacchi di panico e crisi di vomito alle recenti notizie.

I giudici dichiarano l’imputato PAZZO, ma purtuttavia capace di intendere e volere, e pertanto inequivocabilmente responsabile della sua sorte.

Letto, firmato e sottoscritto

Gli Ex-Fans

Maria Teresa Livraghi

Top

13/7/2008: Edo live @Padova

«Dopo tanti anni, è nell’odoroso interno brulicante di gente che mi sento a casa, nel caldo nido di una volta:
non estranea, non ospite, ma passeggera in attesa di un treno di cui non conosco l’orario. So soltanto che da qui passerà, da questa grande stazione dove nessuno è straniero, e un grande cuore ancora batte per segnarci
il cammino. Qui vorrei finire il mio tempo, appoggiata a un gradino consumato dai passi degli uomini, perché Qualcuno mi accetti per non svanire nel nulla, e transitare verso la luce, con la mano nella mano del mio amico Antonio il portoghese, detto Antonio di Padova, il Santo col fiore di giglio in mano.»

Antonia Arslan – La Masseria delle Allodole

Padova, domenica 13 luglio 2008, h.18:00. Con questi versi che rimbombano in mente faccio il mio ingresso emozionato e timoroso nella basilica le cui cupole «sono come navi possenti, e veleggiano maestose
da Occidente a Oriente, seguendo la profezia, posate come in bilico sulla città tanto più piccola.» Ciao Padova. Città tante volte sfiorata distrattamente fra un treno e un’automobile. Oggi, finalmente anche un po’ mia… Michele Muglia (Mike del bennato.net) in veste ciceroniana mi descrive dettagli e sfumature della basilica in un giro breve ma carico di suggestione…

Dal sacro al profano il passo –fisico- è breve. Eccoci giunti in Prato della Valle, piazza che ospita il live di Edoardo; non ci sorprendiamo della –unica- presenza di un manifesto del Nostro, mestamente appeso come oggetto dimenticato e meritevole di un’istantanea; se non altro per sottolineare l’incapacità di colui che è addetto a tale mansione…

Siamo all’interno del backstage e notiamo immediatamente un servizio d’ordine piuttosto rigoroso -e vigoroso- (live organizzato dalla banca popolare di Verona) in gioioso contrappunto con la colorata allegria dei nostri amici partenopei. Caroselli di saluti e presentazioni con Edoardo che prova nel suo personale idioma inglese. Mentre esegue L’uomo occidentale mi accorgo che all’appello manca Peppe Scarpato. Ecco Aldo Uncino Foglia, anche lui in trasferta vista la registrazione televisiva a Trieste. Ad attenderlo c’è Mr. Sandro Frascogna uno dei ragazzi del cortile di bennatiana memoria. Ieri (anni ’80) scugnizzo multi – mansione nel circus edoardiano, oggi organizzatore di eventi di successo (tourneè teatrali per: De Gregori, Fossati, Brachetti) trapiantato nel nord est. Con lui possiamo parlare di progetti riguardanti i Falsi d’Autore. Arriva Peppe ed Edoardo decide di “premiare”
lui e la band con l’acquisizione di un brano: La fiera dei buoni sentimenti. Pezzo che viene metabolizzato nell’arco di un quarto d’ora, grazie anche alla direzione del capo orchestra Scarpato. Michele è in visibilio vista la sua –e mia- predilezione per Se son rose fioriranno. Arriva anche EmmeTì e con lei qualche problema con il servizio d’ordine brillantemente risolto dal sottoscritto con un po’ di savoir faire e quel tanto che basta di amicizia altolocata. Nel frattempo la donzella di cui sopra aveva accalappiato Alessandro, un giovane fan proveniente nientepopodimeno che dalla Val di Fiemme, carico di entusiasmo straripante al limite del delirio.
Purtroppo i “pass” sono già stati assegnati e non mi è possibile farlo entrare con noi.

Altro particolare inedito –almeno per me- la presenza di un parterre con tanto di posti prenotati per gli alti papaveri dell’istituto di credito. Noi siamo sul retro del palco ove fervono i preparativi per l’ingresso di Edoardo. È il momento. La piazza lo vuole. Luci basse, battimani in crescendo. Si va…

Dividiamo il nostro personale parterre con Emmanuel, rampollo di casa Duenas. Un peperino biondo che si preoccupa di distribuire pass, portare sedie per i convenuti schizzando via tra il palco, i gazebo e il servizio d’ordine.

Io, EmmeTì e i ragazzi del service ci dividiamo il compito di sitting. Compito che ha un brusco stop perché Emmanuel svanisce letteralmente… Edo ha il suo one man band, Patrix e i ragazzi scendono dal palco. Comincia la “caccia” al fuggiasco con il servizio d’ordine visibilmente preoccupato e imbarazzato, ma (come succede nei migliori gialli) la soluzione è lì sotto il nostro naso. Il piccolo stava semplicemente dentro la toilette posta vicino ai gazebo. Tipica intuizione femminile di miss Livraghi e mistero risolto con contorno di rimproveri
da parte di papà Duenas. Si ricomincia. Edoardo ha instaurato un buon dialogo con la piazza stracolma; ironizza sull’arrivo di un’ambulanza: «Vogliono portarmi via, sono considerato pazzo per quello che dico…»

Lo zenith arriva con il SaltoBallo di Nisida, esorcismo ideale per disinibire cuori, anime, ruoli, tanto da far scatenare anche i compunti e impettiti dirigenti bancari… Fine dell’esibizione, si comincia con le presentazioni dei succitati signori che manifestano a Edoardo una serie di complimenti e felicitazioni; lui, per niente impressionato, domanda «Vi è piaciuto il concerto?» Quelli di rimando: «Eccezionale! Sei in forma strepitosa! Grande!» «Bene –riprende lui- perché non lo riproponiamo all’Arena di Verona?» Disarmante Bennato…
E disarmati loro che non sanno cosa rispondere. Rientra nel gazebo esce e si allontana oltre le transenne
con tanto di asciugamano sul collo. Intanto siamo raggiunti da Alessandro che ci consegna il libretto
de L’uomo occidentale da autografare. Nel frattempo nessuno sa dove sia Edoardo Dopo quella al bambino,
è in atto una caccia all’uomo… Fibrillazione e mistero, mica male come dopo concerto. All’una di notte
con lo stomaco brontolante del nostro trainer padovano decidiamo di soprassedere all’incontro con il transfuga
e decidiamo di andare a mangiare un boccone nell’unico ristorante ancora aperto a quell’ora, dal mitico
–parola di Michele- Zairo. I dati di fatto da me recepiti –le macchine di Aldo e Edoardo ancora nel piazzale, Michele (l’autista di Edoardo) ancora nei paraggi-  trovano conferma al nostro ingresso al ristorante: Edoardo a capotavola di un desco composto da Foglia, Frascogna e consorti, Massimo Tassi e pargola.
Michele è sulle spine, il libretto de I buoni e cattivi freme d’ansia da autografo e il traguardo è lì a un passo
da noi. Con tranquillità anglosassone consumiamo il nostro pasto e al momento giusto mademoiselle EmmeTì
fa la sua sortita srotolando sotto gli occhi di Edoardo il poster dei Falsi per una coppia sposi settembrini modenesi, il poster padovano, la scaletta, il libretto di Michele. Il tutto puntualmente autografato dal Nostro
che sorride al mio «Edo, allora ci vediamo all’Arena!» Non sarebbe male. No, non sarebbe affatto male…

 

 

Top

17/3/2008: Edo live @Viva RadioDue (RM)

Eccomi qua…
Con il fiato sul collo perché le prove per il 29 incombono. Per chi ha la pazienza di leggere e soffermarsi, ecco alcune impressioni avute da questa partecipazione di Edoardo. 11:30, via Asiago, Roma. Meteo tipicamente marzolino con nubi gravide di pioggia che fanno spazio a un sole talvolta caldo, a volte timoroso. Arrivo presto perché la partecipazione al programma di Fiorello e Baldini è (numeri alla mano) da ressa. Dieci minuti dopo arriva la station wagon con Edoardo alla guida. Doppia fila di prammatica nel quartiere Prati. Mentre Edo sale
le scale degli studi Rai, mi avvicino a Gennarino Porcelli: «Stai già qua?» mi domanda. Una stretta di mano con la promessa di rivederci fra qualche ora on air. Mentre Edo e Gennaro scaricano gli strumenti, una visione:
Andrea Camilleri in persona transita su via Asiago; tra le dita la mitica sigaretta. Io e gli altri partecipanti alla trasmissione ci guardiamo negli occhi sorridendo. Impossibile non pensare all’imitazione di Fiorello. Interno Rai, fronte vigilanza. Purtroppo al momento della richiesta del pass sorge qualche problema, superato con un po’
di faccia tosta. La visione al redattore di Fiorello della cartolina dei Falsi d’Autore (thank’s Mr. Provenzano!)
e l’amicizia con Gennaro Porcelli fungono da grimaldello. Pass giallo, numero 75. Giunge puntuale la telefonata
di Brother Di Silvio, un po’ come una radiocronaca di Ciottiana memoria. Fila ordinata e corposa, finalmente
si entra. Provenzano (siculo doc) ci impartisce alcune raccomandazioni su cellulari, macchine fotografiche eccetera. Ci viene consegnato il testo di Resta con noi dedicato alla vendita Alitalia. Un paio di prove giusto
per scaldare le ugole del folto pubblico intonato e felice. Ringrazio Porcelli per la sua magnanimità nei miei confronti. Edoardo “punta” Catena Fiorello proprio davanti a me. Parlano fitto fitto. Buon segno visto il ruolo in Rai della Fiorello Sister. Ingresso di Fiore e Baldini con tifo da stadio; finalmente si comincia: Edoardo è al centro del tavolo rouge: maglia blu a maniche lunghe sulla quale spicca la scritta ROCK. Agli opposti del suddetto tavolo i fantastici due che sorseggiano un rosso toscano adocchiando un croissant formato oversize generosamente donato da un fan. Interessante la riproposizione di Sono solo canzonette. Bella la parte dei fiati. In questa sezione (appollaiata su una veranda posta al di sopra del palco) riconosco Michael Rosen.
Suonò il sax sull’album Il paese dei balocchi e fece anche una spassosissima imitazione del guerriero Bush
sul video di Edo rinnegato. È arrivato il momento; sul leggìo birichino e ballerino è poggiato il testo di C’era un re. Fiore ascolta rapito l’interpretazione di Edoardo leggendo il testo e intervenendo con i controcanti.
Non è piaggeria, proprio no. Sembra piuttosto un fan (molto speciale) dinanzi al proprio mito.
Gennarino si destreggia da par suo nella performance. Un po’ d’imbarazzo quando rispondendo a una domanda sul problema rifiuti in Campania, Edo chiede a Fiore se si ricorda di Joe e suo nonno. Con assoluta sincerità Fiorello risponde negativamente. C’è anche il fido tamburello a pedale a fungere da ritmica primaria per Il gioco delle tre carte. Vedo Porcelli smanettare sulla paletta della Gibson. Sta riaccordando la chitarra perché Edoardo ha sbagliato tonalità. Va benissimo così. Durante una pausa pubblicitaria Fiorello chiede a Edoardo se può eseguire Le ragazze fanno grandi sogni: concesso. Gennaro spiega gli accordi al chitarrista della band
di Cremonesi, quest’ultimo detenuto esilarante durante la diretta dal tribunale di Viva Radio 2. Che dire poi dell’imitazione di Vasco con Fiore che quando pronuncia l’ «Heeee!» strascinato si spinge indietro con la poltroncina rischiando di travolgere un suo collaboratore? Edoardo ride di gusto. Il top? La session di Un giorno credi con Paolo Fava alla tromba. Edoardo non riesce a trattenere le risate, come tutto lo studio. Fine show. Rimaniamo ancora qualche istante per registrare gli applausi per la replica che andrà in onda alle 7 del giorno dopo. Bagno di folla per Fiore, Edo riprende e conclude il discorso con Catena. E’ il momento buono
per avvicinare uno dei fidati collaboratori di Rosario a proposito del progetto OrcoGentile – Telefono Arcobaleno. Trovo delle buone vibrazioni e un interesse non di facciata per quel che proponiamo. Guadagno l’uscita
e da bravo cronista offro un primo resoconto a MTL. Nel frattempo vengo affiancato da un’autovettura con a bordo (sorpresissima!!!) Mr. Mauro Mantuano, anche lui negli studi di via Asiago. Ci scambiamo le prime opinioni
a caldo che convergono su molti punti; nel frattempo Edoardo e Gennaro “Porcini” terminano di caricare gli strumenti sulla Volvo. Da lontano salutiamo l’enfant prodige partenopeo che ci ricambia. A questo punto avviene l’inaspettato. Edoardo accompagnato da Gennaro lascia la macchina e si avvia nella nostra direzione ringraziandoci per la presenza. Strette di mano e battuta di Dubois a proposito dell’errata accordatura
della chitarra da parte di Gennaro che (capito lo sfottò) mi guarda con un sorriso furbo e se ne va, inseguito da un «L’importante è improvvisare!» da parte del sottoscritto. Nell’aria la conferma di quello che è stato un piccolo, grande evento al solito poco pubblicizzato: fatta salva la segnalazione di Mauro e le informazioni carpite
a Monsieur Massimo Tassi da parte mia. Di questo e di altro si è parlato con Mantuano durante il tragitto che
dal quartiere Prati Delle Vittorie porta alla stazione Tiburtina grazie al passaggio gentilmente concessomi.
Falso sì, ma non Scroccone! Una calorosa stretta di mano e una promessa di partecipazione al compleanno – raduno del 29 marzo suggella un piacevole, inaspettato incontro.
Caro Fronte, è stata una giornata assolutamente da custodire e rimirare in questi e altri giorni che verranno.
BuonaNotte

Antonio Dubois

Top

5/10/2007: Edo live @S.Giuliano Milanese (MI)

4 di notte. O del mattino se preferite. Ci sono un sacco di cose da fare: preparare lo striscione per S.Giuliano 
e alcune proposte da illustrare a Franco de Lucia. 1 giorno e mezzo passa in fretta. È già tempo di di Lombardia. Partenza alle 14:30 in un’autostrada senza gran movimento. Per fortuna. Dopo circa 2 ore arriviamo a S.Giuliano. Palco completo di copertura e ingegnere del comune che “fa le pulci” alla struttura; è la prima volta che vedo un’ispezione così meticolosa. Abbiamo il tempo di andare a salutare Eleonora. Prima in prima fila.
Ha colto immediatamente lo spirito che contraddistingue noi “Sciamannati” del Fronte.

Photobucket

Intanto MariaTeresa scatta qualche foto all’interno del camper di Edoardo.

Photobucket

E’ arrivata BioBio. EmmeTì la va a prendere mentre io attendo l’arrivo di Franco De Lucia. Si fa avanti
una Mercedes station wagon. Sorpresona! Dal lato passeggero spunta Darmanin. che mi saluta e chiede:
«Tu conosci questo signore, no?…» Ragazzi, indovinate un po’ chi era il signore in questione?
Il Mitico Mauro Spina!!! Mi prostro come un penitenziere ai suoi piedi. Ha i capelli lunghi raccolti in una coda.
Il sorriso largo e sincero. È un’emozione incredibile. Mi chiede di cosa mi occupo. Lo informo. Intanto cominciano ad arrivare i ragazzi della band. Minaccio scherzosamente Perrone: «Robbè, stasera non suoni!» «Tony, come non suono…» «Ci sta Mauro Spina al tuo posto!» Perrone ha un sussulto e si catapulta verso il Maestro per eccellenza. Mauro sorride imbarazzato per i tanti complimenti…

Photobucket

Intanto il mio telefono fa il giro dei musicisti. Usai è in linea e passo il testimone a Gennarino, Patrix, Roberto, Mario, Raffaele. Peppe non è ancora arrivato. Nel frattempo a bordo di una Smart arrivano Franco De Lucia
ed Edoardo. Comincia un breve check. Intravedo la “Multipla Scarpato”. Secondo tuffo al cuore. C’è qualcuno
al fianco di Giuseppe, la portiera si apre e sbuca una figura inconfondibile, ieratica. «Shhhpirituale», come direbbe Tony Cercola. Gennaro Scarpato è lì davanti a me. Lo abbraccio e domando a bruciapelo: «Naturalmente suonerai, vero Gè?» «Tony, guarda non lo so…». Maria Teresa mi raggiunge e cingiamo (professionalmente) d’assedio Mister De Lucia con un incontro produttivo. Intanto, il resto del Fronte si è radunato intorno allo striscione preparato dal sardo e dalla veneta e affidato a Eleonora.

Photobucket

Abbraccio finalmente Alessandra la “mia” Pasionaria piemontese. Inevitabilmente penso al duo che si sarebbe formato con Nunzia: pura energia vulcanica! Ecco Chichi, Gabri, Stellina & girls, Manuel, Fonzie, Fra 84, Roberto. Consegno il materiale affidatomi da Marco. All’appello mancano Lelio e Zen. Pazienza. Rimango seduto all’interno della transenna per godermi il 6° live di questa stagione strana e imprevedibile. Arriviamo a Mangiafuoco, ecco il segnale per la session percussiva e dalle quinte appare una figura snella, con djambè
a tracolla. È lui. Come nelle più belle favole. È tornato. Per sempre? Solo per questo live? Che importanza ha? Succede adesso. In questo istante. Caro Fronte, Caro Gennaro. È adesso il momento.
Prendiamoci tutto quello che questa vita ha da offrire…

Photobucket

Non resisto. Quando comincia il set one man band di Edoardo, vado nel backstage e abbraccio Gennaro leggendo gioia e commozione nel suo sguardo. Piccola digressione in avanti. Ore 13:00 del 14 ottobre.
Ho appena terminato di chiacchierare con Gennaro che a proposito del suo ingresso sul palco lombardo,
mi ha riferito della “simpatica minaccia” di Davide (il fonico) a Patrix: «Non t’azzardare a toccare le percussioni! Stasera suona Gennaro!».

Photobucket

Caro Fronte, Gè vi invia un abbraccio enorme. Sperando di incontrarvi ancora per le strade d’Italia.
Un passo indietro. Il live si srotola griffato da quella sferzata di energia multiforme che risponde al nome di Gennaro Scarpato. Stasera per noi del Fronte è lui la vera Star. Una gragnuola di sms parte e rimbalza per la penisola. Lapidario Usai: «Sto morendo…». L’atmosfera del live è rilassata, Peppe è gasatissimo, onnipresente da una parte all’altra del palco. Gè non si risparmia. Percussioni, controcanti, cori, armonica, fino alla degna conclusione di Nisida. É il segnale. A metà canzone, il piccolo drappello del Fronte del Bastimento si muove
a caccia di autografi su magliette e cd. Con Massimo Tassi ci accordiamo per raggiungere l’entourage in un ristorante di Milano. Un convoglio di 6 macchine (Giancarlo, Massimo, Eleonora, Roberto, Vincenzo, EmmeTì)
si mette in marcia verso il centro di Milano. Con Maria Teresa e Gabriella diamo sfogo a qualche benevola invettiva sulla “guida sportiva” di alcune auto che ci precedono. Con Luisa ci teniamo costantemente in contatto. Benedetti cellulari. Purtroppo non è serata per autografi. Pensiamo a noi. Pizza, foto e chiacchiere a volontà.

Photobucket Photobucket

Accompagnata (con qualche difficoltà) Stellina in albergo ci accingiamo a tornare in quel di Vergiate. Alessandra deve recuperare la sua auto e di lì a poco comincia il “Tom Tom Nightmare”. O, se preferite il “Bob Tom”, coniato in onore del suo possessore: Roberto da Varese. Un giro infinito con Eleonora, Maria Teresa e Vincenzo alle calcagna di Bob. Marò che nuttata!!! Arriviamo a casa di Luisa e Andrea più o meno alle 3 di notte.
Solo il tempo di prender possesso del mio splendido pied-à-terre e il sonno cala implacabile.

Antonio Dubois

Top

5/9/2007: Every day and every night

C’è poco da fare… In questi giorni di caccia all’untore, di polemiche fra destra, sinistra, sinistra radicale, torna più che mai prepotente il brano Every day and every night. “Di sconvolgente attualità” direbbero i più bravi.
E vedere le immagini del live di Guspini, Sardegna, 2001, mirabilmente riprese da Messer Scano, fa ancora più sensazione. L’uomo occidentale era di là da venire eppure l’Eccellentissimo Guitto spargeva i semi per quella che sarebbe stata l’impalcatura del nuovo eccitante viaggio nella Fantasia. Latitudine, longitudine. Insofferenza nei confronti dei nuovi disperati dell’est europeo. Ma anche consapevolezza su chi siamo. E su chi eravamo.
E dura reprimenda nei confronti di chi (lui compreso) dimentica che in realtà gli italiani sono stati per molto tempo emigranti per scelta e per necessità. Tutto questo era il prologo a Sembra ieri, brano sottostimato da coloro che amano Bennato. Mi chiedo e vi chiedo: trovate giusto e necessario queste giro di vite nei confronti di lavavetri, venditori ambulanti, e di quanti con sforzi sovrumani cercano di guadagnarsi il decente per sopravvivere?
È un criminale chi cerca di lavarvi il vetro in 50 secondi o chi dall’interno di una Cayenne con gatto persiano bianco a mò di scialle e furetto sul sedile posteriore, aizza il Dogue de Bordeaux e aziona le spazzole tergicristallo per dare una bella pacca sulle mani dell’ignaro lavoratore? O ancora chi “spuntando” e accelerando con la prima marcia dissuade uno di questi disperati? Chiaramente non sono solidale con chi minaccia donne
e anziani. E il termine “tolleranza” non mi piace. Ricordo un episodio. Fermo al semaforo del viale che dal Circo Massimo arriva su viale Aventino, risposi alla questua di un anziano nomade offrendo il mio (magro ) snack: un’arancia. Per tutta risposta, sdegnato e offeso, l’anziano prese l’arancia e la spiaccicò sull’asfalto. Potete immaginare come rimasi. Dovrei avercela contro tutti i nomadi? Rispondetemi voi. Perché la parte politica nella quale mi riconosco, invece di proporre soluzioni alternative (una potrebbe essere quella di regolarizzare lavavetri e posteggiatori con tanto di tesserino rilasciato dal comune per alcune aree) ha cominciato una caccia all’immigrato che puzza tanto di caccia ai voti di perbenisti e moderati. A un maccartismo di statunitense memoria. Solo che qui non si tratta di attori e registi, di intellettuali in odore di comunismo. No.
Solo di ordinary people. Gente comune…

Antonio Dubois

Top

13/8/2007: Edo live @Alife (CE)

Alife. Trafelato. Fa il giusto paio. Mai arrivato così tardi a un live. D’altronde Peppe mi aveva detto di prendermela con comodo. Loro arrivavano dalla Sicilia, e non prima delle 20:30 avrebbero fatto il check. Fendo letteralmente la folla fino alla transenna. Intravedo Giancarlo. Lo chiamo a gran voce. Miracolosamente si aprono le transenne. Peppe mi dice di aver incontrato Antonio (Spugna) con Debby. Ci salutiamo. Grazie a Massimo Tassi, prendo postazione. Molto privilegiata. Esattamente dietro il fondale Verde-Bennato che rappresenta la copertina de
La Torre di Babele. È la seconda volta, dopo l’Arena Flegrea. L’audio non è dei migliori,  anzi. Probabilmente
lo confermeranno EmmeTì, Nunzia, Antonio Di Silvio, Chichi. Ma, vi assicuro, ho colto le mille e più sfumature
che dalla platea non si riescono a distinguere: la dinamica impressionante della batteria di Perrone, i ricami percussivi di Patrix, la ritmica puntuale di Mario, i fraseggi multicolor di Gennarino e Giuseppe, i “tappeti”
di tastiere di Raffaele. E, immancabile, la mimica di Edoardo. Nonché il lavoro meticoloso e faticoso di tutti
i ragazzi del service. Siparietto: un signore del pubblico è disposto a pagare fino a 100 € una maglietta dei ragazzi dello staff (quella con La torre di Babele su sfondo nero). Ma gentilmente, il ragazzo “vittima” di questa proposta indecente non accetta. Ne ha solo tre, e sono tutte da lavare. Piazza di Alife stracolma. Copione rispettato come per gli altri live. Su Nisida Edo “stoppa” la band. Spiega al pubblico di fronte e a quello alla sua destra come rispondere agli «Ye e e – Uo o» del brano. La folla divertita esegue. Cavalcata finale della band,
Edo scortato da 2 carabinieri percorre la viuzza dove lo attende Massimo con il motore acceso.
Dietro, una serpentina di fans che cercano di abbracciarlo. Finale coi botti! Richieste di autografi e foto
con i musicisti, da parte del pubblico. Talmente tanto numerose che il sottoscritto ha “sacrificato” numerose cartoline dei Falsi d’Autore per la nobile iniziativa. Ivi compresa foto con nonnina ottuagenaria trascinata a forza da un nipote fan sfegatato di Edoardo. Abbracci con Perrone & Family e gli altri ragazzi.
Presenti anche i (giovanissimi!!!) genitori di Gè Porcelli.
Cd esauriti. Anche stavolta non ho fatto in tempo ad acquistarlo. Vabbeh, meglio così, no?

Antonio Dubois

Top

10/8/2007: Edo live @Cave (RM)

Comincia bene questo live: Peppe Scarpato farà tappa (arriva dalla Liguria) a casa mia. Le 16, arriva il treno
e vado ad accogliere Peppe che è fradicio di pioggia. «In Liguria ho lasciato il sole!». Pranzo alle 16:30
e abbondante chiacchierata sulle ultime riguardanti il nuovo cd. Guardo l’orologio; le 18, occorre andare.
Non prima di aver dato l’add su myspace alla Nostra Bella Fatina, scrivere qualcosa sul forum, inviare un messaggio a Gennaro Scarpato e parlare con Marco. Tutte operazioni eseguite da Giuseppe. Bonario rimbrotto da parte mia a Marco: «Taglia, lo aspettano per il check!», e partiamo per incontrarci con Giorgio, il batterista
dei Falsi d’Autore. Cambio di vettura e si parte per Cave. Processione di auto e di folla per il santo patrono. Giuseppe mi chiede di dichiarare il “falso” alla vigilessa che non vuol farci passare: «Dì che siamo della band
di Edoardo». Ottenuto il lasciapassare arriviamo al sito del live: una immensa radura ai piedi della montagna.
Si fanno incontro Giancarlo Valentino e Franco De Lucia. Altro incontro con i ragazzi della band e una Naike infreddolita. Sono le 20 e il palco non è completamente allestito. D’altronde, pioveva fino a 1 ora prima.
Intravedo Giorgio Bennato e Silvana Balestrieri. Sono qui per consegnare, fresche di stampa, le prime copie del cd. Mi intrattengo con Giancarlo per spiegargli alcune tecniche di my space. Domando se è arrivato Edoardo,
e lui mi porta nel gazebo allestito per l’occasione. All’interno Edoardo in compagnia di Peppe e Roberto sta provando É notte. Un backstage speciale, emozionante. Condiviso con voi. Giancarlo, dopo avermi chiesto
“il conto” mi chiede se voglio qualcosa da mangiare. Non ho fame, nè sete, mi basta e avanza quello a cui
sto assistendo. Poi Edoardo chiede se si può provare. Perrone si informa e dice che si possono provare solo 2 pezzi. Non ci sarà neanche tempo per quello. 21:30, si parte con Asia. A proposito: l’intro con il brano di Mario Biondi è stata fatta apposta per ironizzare sul “tormentone” radiofonico estivo. Nelle prime date, visto che Patrix non aveva ancora imparato il pezzo si improvvisava una specie di cantilena. Questo per fare un contrasto con
le tematiche di Asia. Al mio fianco Ale Sbandato, in gran forma e intento a scattare foto e a urlare a gran voce. Umori e passioni come per gli altri live. Piccolo incidente tecnico a Perrone: un’asta microfonica cade all’interno della gabbia di plexiglass. telefonata con la nostra Fatina su Le ragazze fanno grandi sogni. Backstage
con visita nella roulotte di Edoardo. Lo ringrazio per l’energia che infonde in ogni live, in special modo su una Nisida sempre travolgente. Autografi sulla copertina del nuovo cd e sulla copertina cartonata di É arrivato un Bastimento per Ale. Ci sono anche le foto, vero Sbandato? Rimane il piccolo cruccio che questo cd
non raccolga gli umori, il sudore, la passione, l’emozione che questo tour sta regalando.
Per quanto si voglia, il suono in studio rimane tale. Caro Fronte, un abbraccio e incrociate le dita per i Falsi.
Speriamo che Giove Pluvio risparmi i suoi strali temporaleschi in quel di Gallinaro…
Un forte abbraccio!

Antonio Dubois

Top
1 2 3 Page 2 of 3